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ITINERARIO ETNOANTROPOLOGICO
La proposta di itinerario a fruizione individuale denominato “Itinerario etno-antropologico della Valle del Belice”, si pone l’obiettivo di sostenere il territorio nel tentativo di riappropriarsi della propria identità storica e sociologia.
Le 5 tappe proposte, diventano un percorso al termine del quale il visitatore avrà modo di acquisire maggiore consapevolezza della storia e delle tradizioni della Valle del Belice, unitamente agli usi e costumi che hanno segnato la storia di questo popolo.
Approfondisci i contenuti attraverso le5 tappe proposte.
L’itinerario Etnoantropologico parte da Salemi, con la visita al museo del Risorgimento (ubicato all’interno del Collegio dei Gesuiti), il quale, con gli abiti, le armi ed i documenti del periodo garibaldino in esso presenti, documenta al meglio il ruolo assunto dal Territorio del Comune di Salemi nelle battaglie per l’unità d’Italia.
Il Museo del Risorgimento fa parte del Sistema Museale di Salemi che raccoglie nel suo insieme i musei civici, le aree archeologiche di Mokarta, Monte Polizo, la Basilica di San Miceli, l’Antica Fornace Santangelo, la biblioteca e il Castello Normanno Svevo.
Il Museo del Risorgimento, allestito nelle sale dell’ex Collegio dei Gesuiti, è nato nel 1960 per ricordare il ruolo di Salemi nel percorso che ha condotto all’Unità dItalia, riproponendo le vicende che a partire dalla rivoluzione del 1848 hanno portato, dopo la spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi nel 1860, alla nascita di uno Stato unitario nella forma di Monarchia costituzionale guidata dal re di Savoia Vittorio Emanuele II.
Tra i reperti esposti nel Museo del Risorgimento, le tele, i ritratti, le collezioni d’armi e i numerosi documenti dell’Archivio Storico Comunale, vi racconteranno la storia della partecipazione di Salemi al processo di unificazione italiana. Fra le altre cose, per esempio, durante la visita sarà possibile ammirare una ricca collezione di sciabole, fucili, baionette, trizzalore del periodo, nonchè i ritratti che hanno immortalato proprio alcuni dei “picciotti” salemitani che si unirono a Garibaldi accompagnandolo nella sua impresa.
Nel Museo sono esposti anche alcune tele di “decurioni” che con deliberazione del Consiglio civico del 14 maggio 1860, nell’aderire alla causa nazionale, con l’unanimità di voti manifestarono al Generale Giuseppe Garibaldi riconoscenza per avere “spontaneamente” assunto la difesa della Sicilia…e di pregarlo a volere prendere la Dittatura del paese per assicurarne l’ordine e la libertà, cacciando gli uomini che rappresentavano il dispotico governo Borbonico.
In territorio di Gibellina, si consiglia la vista al piccolo museo agroforestale di monte Finestrelle, il quale, lungo le sue sale, racconta le tradizioni del Belìce attraverso gli oggetti d’uso comune e gli attrezzi legati alla cultura contadina. Dagli spazi esterni al museo, ubicato in un piccolo edificio rurale all’interno dell’area forestale, è possibile godere di un ampio panorama di questo territorio.
A Santa Ninfa il museo dell’Emigrazione, attraverso vecchie foto e materiali originali, racconta dell’esodi della gente del Belice verso i paesi del mondo nella prima metà del sec. XIX.
Arrivati a Santa Margherita di Belìce consigliamo di visitare il Museo del Gattopardo, dov’è possibile rivivere le pagine e le storie del Gattopardo, attraverso il manoscritto del famoso testo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
A Sambuca si consiglia la visita al Museo Etno-Antropologico della Terra di Zabut, capace di offre ai visitatori l’ambientazione didattica dei cicli di trasformazione del frumento e del latte.